La resistenza oggi si fa con i libri: Mempo Giardinelli

L’Argentina, antesignana, delle nazioni colpite dalla crisi finanziaria ha rialzato la testa investendo nell’istruzione dei giovani, puntando sulla cultura. Secondo Mempo Giardinelli, noto scrittore argentino di origini italiane  la «resistenza» alla crisi si fa leggendo e insegnando a leggere. E’ stato ad Arco il 29 settembre 2012, invitato dal “Centro per la pace” di Bolzano, per parlare di giovani e futuro.

Recentemente lei ha ricevuto a Londra il prestigioso premio «Ibby Ashai» per la promozione della lettura fra i ragazzi più svantaggiati delle città argentine. Può spiegarci di cosa si tratta?
«Quando c’è stata la grande crisi del 2001 in Argentina, è nato un forte movimento di solidarietà perché il panorama sociale era desolante – ci ha risposto lo scrittore che ha resistito alla dittatura militare degli anni ‘70 – noi, dalla nostra Fondazione, eravamo parte di questi sforzi. Cerchiamo di dare una risposta attraverso la nostra
attività specifica: la promozione della lettura. Il programma è stato
ulteriormente sviluppato con lo “Storytelling nonne”. Molte nonne
ci hanno riferito che alcuni ragazzi si addormentavano durante la
lettura: la verità era che dormivano perché affamati. A quel punto
abbiamo, nel 2002, iniziato con le cucine del “programma minestra di assistenza”. L’obiettivo: ottenere cibo per le scuole dei settori sociali marginali. In tutti questi anni abbiamo gestito e distribuito più di 30 tonnellate di cibo di alta qualità, e materiale scolastico,
abbigliamento e calzature».

Più volte lei ha spiegato che ritiene il leggere una «forma di
resistenza». Oggi la comunicazione sembra sempre più avviata ad una essenzialità e povertà da sms. La gente è disabituata a scrivere e
legge sempre meno. Cosa stiamo perdendo con questa nuova«sottocultura tecnologica»?
«Lo ribadisco: la lettura è una forma di resistenza culturale alle proposte della frivola e mortificante televisione. A metà degli anni ‘90 ho iniziato a pensare che dovevamo resistere all’atteggiamento passivo dello Stato e all’avanzamento delle politiche antisociali. Molto è cambiato in Argentina, anche se abbiamo ancora un lungo cammino. Negli ultimi dieci anni in Argentina c’è stato un cambiamento fondamentale nella cura dei bambini e dei giovani. Ma adesso c’è da tenere sott’occhio le resistenze dei settori più reazionari, che non accettano i cambiamenti sociali in atto. E tutto questo non significa che dobbiamo “resistere” a qualsiasi tecnologia. Ciò che dobbiamo fare è adattare le tecnologie alle esigenze attuali, e renderle disponibili per tutti, non solo a pochi».

Oggi in Italia si «taglia» sulla cultura, sulla scuola, con la «scusa»della crisi economica. Come giudica questo tipo di scelte?«Il taglio della spesa per l’istruzione è una misura tipica del neoliberismo, che favorisce solo le imprese e le banche. Si tratta di un dibattito fondamentale in cui è necessario ribadire che non vi è alcun reale risparmio tagliando in materia di istruzione o sviluppo culturale. Al contrario, per contrastare la crisi è necessario investire sempre di più nelle scuole e nelle università. Questo è ciò che è stato fatto nel mio paese: espandere il budget per l’istruzione, aprire più università, investire nella scienza e nella tecnologia come mai prima. E i risultati completi devono ancora arrivare».

Mempo Giardinelli è nato a Resistencia
nel 1947; scrittore e giornalista, ha origini
abruzzesi. In esilio in Messico durante
la dittatura militare in Argentina (1976-
’84), rientrò in patria col governo
di Raúl Alfonsín. Nel 1986 ha fondato
la rivista letteraria «Puro Cuento».

Articolo apparso su “L’Adige” del 29 settembre 2012

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA, ed è soggetto alla Privacy Policy e ai Termini di utilizzo di Google.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.