Il dilemma dell’IA: tra futuro radioso e declino umano.

Tra la promessa di un futuro radioso e il rischio di un’umanità disumanizzata: l’Intelligenza Artificiale ci pone di fronte a un bivio. Lunedì 3 marzo 2025 la Fondazione Bruno Kessler di Trento ha ospitato un seminario per discutere “Il ruolo dell’IA tra conservazione e trasformazione” che ha visto la partecipazione di Paolo Ercolani, docente di filosofia all’Università di Urbino e autore del libro “Nietzsche l’iperboreo. Il profeta della morte dell’uomo nell’epoca dell’Intelligenza artificiale” (Il Melangolo). 

L’avvento dell’Intelligenza Artificiale ha portato con sé un acceso dibattito sui suoi effetti sull’umanità. Ercolani sostiene che l’abuso di IA stia causando danni a livello cognitivo. Gli abbiamo chiesto di spiegarci meglio questa affermazione.

” Diversi studi evidenziano un calo del quoziente intellettivo medio della popolazione a partire dal 2009, anno di diffusione degli smartphone, e quindi di un accesso costante all’intelligenza artificiale. Per oltre cento anni, dal 1907 al 2009, il quoziente intellettivo medio era invece aumentato, grazie alla scolarizzazione, ai libri, ai giornali. Inoltre, in Italia il 40% della popolazione soffre di analfabetismo funzionale: sa leggere e scrivere, ma non capisce ciò che legge. E c’è un altro dato allarmante: la principale causa di morte tra i nativi digitali è il suicidio, un fenomeno mai verificatosi prima d’ora in questa fascia d’età. I giovani si dichiarano tristi, depressi, privi di speranza, imprigionati in una bolla alienante fatta di cellulari e social media, con la costante necessità di controllare il proprio smartphone e le proprie pagine social. Questa dipendenza li rende ansiosi, li fa sentire costantemente in vetrina, sotto giudizio, inadeguati. L’IA sta quindi contribuendo a una mutazione antropologica, con una degenerazione a livello cognitivo, emotivo e relazionale. È una generazione più sola, che paradossalmente, pur essendo la più “social” di sempre, smette di vedersi con gli amici in carne e ossa, preferendo restare a casa davanti al computer o allo smartphone. “

Il tema della conferenza di Trento è “Il ruolo dell’AI tra conservazione e trasformazione”. L’IA può avere un ruolo nella salvaguardia di valori e tradizioni?

“L’IA è un’invenzione straordinaria, probabilmente la più importante degli ultimi cento anni, con potenzialità enormi soprattutto in ambito medico ed economico. Grazie all’IA si può restituire la vista ai ciechi, la parola ai malati di SLA, si possono effettuare interventi chirurgici complessi, impossibili per un chirurgo umano. L’IA è anche il più grande business economico del nostro tempo, e lo sarà ancora per molti anni. Tuttavia, al momento è controllata quasi esclusivamente da privati, che mirano al profitto senza considerare gli effetti negativi. I social network, ad esempio, sono progettati per creare dipendenza, producendo sostanze chimiche come dopamina e ossitocina che danno piacere e assuefazione, come una droga. La politica dovrebbe intervenire per limitare e guidare questo fenomeno, ma purtroppo viviamo in un’epoca in cui la politica con la P maiuscola sembra essersi eclissata. “

Lei ha parlato di una “filosofia” dietro l’IA. Di cosa si tratta?

“Si tratta del transumanesimo, un movimento che mira a superare i limiti umani attraverso la tecnologia. I transumanisti si rifanno a Nietzsche e alla sua idea di superuomo, che vedono realizzato nei cyborg. Il loro obiettivo è creare un mondo divino in terra, il metaverso, dove saremo immortali, trasferendo le nostre coscienze e le nostre menti negli avatar. Non si tratta di visionari, ma di persone che investono milioni di dollari per realizzare questo progetto. Larry Page, il fondatore di Google, in un’intervista del 2019 a The Economist affermava di sapere già che non morirà. Lo stesso Elon Musk, lo scorso anno, annunciava che la sua società Neuralink aveva impiantato il primo microchip nel cervello di una persona. I transumanisti mirano a creare un nuovo tipo di umanità grazie alla bioingegneria. “

Questa visione transumanista la preoccupa?

“Come studioso, analizzo i fatti oggettivi e credo che ci sia da aver paura. La tecnocrazia si sta sostituendo alla democrazia, come dimostra l’influenza di figure come Elon Musk, che pur senza avere alcun incarico formale, siede di fatto alla Casa Bianca. La tecnocrazia sta sostituendo la democrazia “

Nel suo libro “Nietzsche l’iperboreo” lei propone una “risurrezione di Dio” come risposta a Nietzsche. Cosa intende?

“Nietzsche parlava della morte di Dio come crollo di valori e riferimenti, non si riferiva a un Dio specifico. Oggi rischiamo di deificare realtà umane come l’IA, dimenticandoci delle domande fondamentali sull’esistenza. Dobbiamo tornare a pensare in termini metafisici, riconoscendo che il divino, se esiste, è in un al di là e non può essere creato dall’uomo, come invece sostengono i transumanisti con il loro metaverso. Nietzsche voleva portare la metafisica sulla terra, e i transumanisti stanno realizzando il suo progetto. “

In che modo la riflessione teologica può contribuire a un uso responsabile dell’IA?

“La riflessione teologica e filosofica può aiutarci a mantenere uno sguardo critico sull’IA, evitando di considerarla una soluzione a tutti i problemi o una nuova divinità. Il mondo che è derivato dalla filosofia di Nietzsche è un mondo che ha visto regimi totalitari, bombe atomiche, inquinamento e sfruttamento del pianeta. Oggi, con il transumanesimo, stiamo assistendo all’apoteosi del nichilismo. Se vogliamo difendere l’umanità, dobbiamo tornare a pensare in termini metafisici. “

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